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Russia: tagliare la mano americana… e israeliana

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Di fronte alle interferenze americane nella politica russa, sono i media russi a beccare l’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Michael McFaul, fino al punto da fargliele ammettere!
Ciò a causa dei suoi incontri con i dirigenti delle varie fazioni dell’opposizione russa, che egli si pregia di definire “non ufficiali, non organizzati e non addomesticati”. E anche per i suoi presunti legami con le ONG. Anche quando i suoi incontri sono supposti essere segreti ed il suo ufficio stampa s’è ben guardato dall’informare le autorità russe, egli si trova ormai messo di fronte ai media russi.

La sua ultima visita ad un presunto difensore dei diritti umani, Lev Ponomarev, durante il quale s’è trovato di fronte il canale televisivo NTV, non è un caso a sé. Ed è stata la stessa cosa quando ha ospitato un ricevimento per i leader dell’opposizione russa durante l’assedio dell’ambasciata. Mentre McFaul li accompagnava alla scalinata, lui ei suoi ospiti sono stati sorpresi da una folla di manifestanti, giornalisti e cameraman con le macchine fotografiche in mano. Alla testa di questi ultimi vi erano i corrispondenti di NTV. Rivolgendosi ai partecipanti russi all’incontro, la corrispondente di NTV ha chiesto loro: “Quanto avete preso dall’ambasciatore, quali sono le direttive che vi ha dato?”.

Numerosi Russi, e soprattutto i sostenitori di Putin, accusano gli americani d’interferire negli affari interni del loro Paese, fornendo assistenza finanziaria e logistica all’opposizione. Inoltre, Washington non si nasconde, col pretesto che essa fornisce sostegno alle “organizzazioni civili non governative”. Essa ha infatti dichiarato pubblicamente che avrebbe aumentato i fondi per queste organizzazioni, fino a raggiungere i 100 milioni di euro.

Le ingerenze americane avevano raggiunto il loro apice sotto la presidenza di Boris Eltsin. I vari ambasciatori degli Stati Uniti accreditati a Mosca lo raccontano senza vergogna.
Nel suo libro “Una mano in Russia”, Strobe Talbot, ex ambasciatore in Russia, rivela che il 31 dicembre 1999, il presidente americano Bill Clinton lo aveva contattato dicendogli che il presidente Boris Yeltsin, ubriaco, nelle ore seguenti avrebbe presentato le sue dimissioni e designato ad interim Vladimir Putin.
Quando Talbot chiese come ne era stato informato, Clinton rispose che era stato Ehud Barak (allora ministro israeliano della guerra), che l’aveva chiamato!

La diffusione dei tentacoli israeliani in Russia sono un segreto di Pulcinella. All’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, è un ricchissimo del World Jewish Congress, uno dei suoi cinque vice-presidenti, con doppia cittadinanza russa e israeliana, Vladimir Gusinsky, a fondare la televisione “più liberale” della Russia post-sovietica: la NTV, la stessa che attualmente becca l’ambasciatore degli Stati Uniti nelle sue discutibili visite. Da quando Putin è salito alla presidenza, questa televisione è passata sotto il controllo di Gazprom, il cui principale azionista è lo Stato.
Per quanto riguarda Gusinsky, accusato di frode su scala mondiale, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale, egli è fuggito in Israele!

(Assafir Informazioni)

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